Storia EroticaDal blog the Sexplorer di Alice Politi 

Italians do it better? Ecco cosa dice la Storia Erotica d’Italia
Gli amori, scandali, la vita privata dei nostri avi. Una scrittrice entra nelle camere da letto del passato e fa il punto sui comportamenti sessuali che caratterizzano gli Italiani e che hanno influito sul corso della nostra storia. Fino a determinare la nascita di miti celebri come quello del “latin lover”. Chi ha sempre creduto che le grandi decisioni della storia fossero state prese a tavolino, da un ristretto gruppo di uomini, in una presunta stanza dei bottoni, dovrà ricredersi. Perché i destini di persone, città, a volte di intere nazioni, non sono sempre dipesi dalle scelte strategiche di grandi capi e condottieri, ma anche dai loro comportamenti sessuali, dall’influenza delle loro amanti, dalle decisioni scaturite nelle alcove più bollenti. E se le donne, per secoli, hanno socialmente subìto la loro condizione di inferiorità, nel corso della storia hanno anche saputo riscattarsi dall’ombra entrando nei letti delle personalità più illustri e fungendo in molti casi da best influencer, nel bene e nel male, sulle scelte epocali e sul corso degli eventi. Dietro un grande uomo, c’è spesso stata una grande amante. E l’Italia ne è la dimostrazione.

A raccontarlo, con acume e dovizia di particolari, è Cinzia Giorgio, Docente di Storia delle Donne e Storia dell’Arte, scrittrice e autrice del saggio Storia Erotica d’Italia (Newton Compton, 9,90 euro), un excursus storico sugli amori, gli scandali, il sesso, la vita privata dei nostri avi, che a partire dalla libertina Pompei, attraversa i fasti dell’impero romano, il medioevo boccaccesco, il Rinascimento e la lussuria dei Borgia, le imprese di Casanova, gli amori di Mussolini e D’Annunzio, giungendo fino alla cronaca dei nostri giorni, con il video shock che ha coinvolto Piero Marrazzo e gli eccessi di Silvio Berlusconi culminati nel Rubygate. Un vero e proprio viaggio nei letti più caldi della storia d’Italia che testimonia anche la nascita di quell’amante latino, alla maniera di Casanova e di Rodolfo Valentino, per cui gli uomini italiani sono celebri in tutto il mondo. «Non esisteva in Italia di un saggio sulla nostra storia patria “tra le lenzuola”», evidenzia l’autrice. «C’erano diverse antologie di letteratura erotica ma mancava una storia generale che partisse dagli Etruschi e arrivasse fino ai giorni nostri».

Ma la storia d’Italia è più “erotica” e scandalosa rispetto ad altri Paesi?
«Non direi, siamo nella media. Anche se devo dire che gli uomini e le donne dei paesi mediterranei hanno una propensione più accentuata a farsi coinvolgere dalla vita privata. Non è sempre così, ovvio. Tutti ricordiamo lo scandalo “Profumo” in Inghilterra e l’impeachment di Clinton negli Stati Uniti. Devo dire che in Italia ho notato una certa continuità: dagli Etruschi al Rubygate sembra che nel nostro Paese alcune tradizioni private siano rimaste immutate nonostante il passare dei secoli».

Qual è stato l’argomento più difficile da trattare?
«Direi la storia italiana degli ultimi cinquant’anni. Il materiale che avevo a disposizione era infinito, ma non era quello a spaventarmi quanto piuttosto le contraddizioni tra una fonte e l’altra».

Come sono cambiati “eroticamente” nel tempo gli italiani?
«Eroticamente parlando, ho notato appunto una certa continuità nei costumi e nelle abitudini degli italiani. Anche la questione della libertà sessuale femminile, in realtà ha avuto alti e bassi che si sono alternati con una certa regolarità. Forse l’unico vero cambiamento è in atto ora: le donne italiane sono diventate molto esigenti, secondo alcuni perché sono abituate al meglio, secondo altri perché si sono emancipate ora più che in altre epoche. È difficile stabilirlo adesso, saranno i posteri a giudicare».

In cosa, invece, sono rimasti sempre uguali?
«In quasi tutto. Per gli italiani il sesso è sempre stato importante e, in fasi alterne, giocoso e peccaminoso».

Il mito del latin lover ha radici ben precise nel passato italiano?
«Sì, a mio avviso il nostro primo latin lover è stato Caio Giulio Cesare, i cui detrattori dicevano essere “il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti” dal momento che aveva un’intensa vita sessuale. Le sue amanti spesso erano le mogli dei suoi nemici, mentre si diceva che il re Nicomede di Bitinia fosse stato il suo amante. Insomma, sembra che Cesare non si sia fatto mancare nulla».

Qual è stata la relazione che più ha influito sulla storia del Paese?
«Ce ne sono state tante. Forse dovrei citare la contessa di Castiglione che si è “immolata” – senza troppo sacrificio, pare – per la causa dell’unità d’Italia andando a letto con l’imperatore francese Napoleone III».

Le figure femminili più determinanti in questo senso?
«Tantissime. A partire dalla meravigliosa Giulia, la figlia di Augusto, per arrivare all’altrettanto importante e bella Matilde di Canossa. Da Teresa Guiccioli, alla già citata contessa di Castiglione per finire con le donne che hanno combattuto per l’affermazione dei nostri diritti anche nella sfera più privata».

La storia d’Italia sarebbe stata probabilmente diversa se…
«Se il figlio di Cesare e Cleopatra fosse sopravvissuto, se Boccaccio non avesse amato così tanto le donne da dedicare loro un capolavoro, se Matilde di Canossa avesse avuto un marito non impotente, se la monaca di Monza fosse stata casta e se Casanova avesse avuto meno amanti. Insomma, noi italiani siamo quello che siamo anche per la nostra storia tra le lenzuola. E ricordiamoci che all’estero gira la voce “Italians do it better”…».

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